A piccoli passi... Un breve commento per avvicinare bambini e ragazzi al Vangelo della domenica
La Parola
Dal Vangelo secondo Giovanni
Gv 10,11-18
In quel tempo, Gesù disse: «Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. Il mercenario - che non è pastore e al quale le pecore non appartengono - vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge, e il lupo le rapisce e le disperde; perché è un mercenario e non gli importa delle pecore.
Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore. E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare. Ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge, un solo pastore.
Per questo il Padre mi ama: perché io do la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie: io la do da me stesso. Ho il potere di darla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo è il comando che ho ricevuto dal Padre mio».
Parola del Signore
Il Commento
Sapete cos'è un pastore? Ma certo che lo sapete. Il pastore è colui che si prende cura delle pecore.
E sapete cos'è un vincastro? È un bastone di salice curvato nella sommità che risultava essere molto utile al pastore. Se una pecora prendeva una direzione sbagliata, il pastore poteva accompagnarla nel gregge usando il vincastro. Serviva al pastore, sia per difendere se stesso e il gregge dagli assalti dei briganti e dei lupi, sia come sostegno per se stesso e gli agnelli ancora piccoli, quando camminavano e pascolavano sui terreni impervi. Il pastore è la persona che si prende cura del gregge, che è responsabile delle sue pecore.
Per noi, oggi, non è così facile immaginare la vita di un pastore: è un'esperienza lontana da noi e probabilmente sappiamo poco di come vive un pastore, perciò abbiamo deciso di raccontarvi una breve storia per capire cosa significa occuparsi degli altri.
Alessia è una ragazza di 13 anni. La scorsa estate decise di comprarsi un monopattino elettrico, e così pensò bene di iniziare a fare la pet-sitter. Si sarebbe presa cura degli animali domestici delle persone che andavano in vacanza. avrebbe portato a passeggio i cani, avrebbe fatto loro il bagno, pulito le gabbie degli uccellini, dato loro il cibo, insomma tutto ciò di cui avrebbero avuto bisogno. Nel suo quartiere c'erano tanti animali domestici e l'idea le sembrò perfetta.
E fu proprio così. Quando i suoi vicini seppero della sua intenzione, il suo telefono iniziò a squillare e la lista delle prenotazioni iniziò a riempirsi. Prima ancora di rendersene conto si trovò con tutta l'estate prenotata.
Il primo giorno si dovette occupare di cinque animali. Portare a passeggio il cane della signora Rossi, prendersi cura del gatto della famiglia Bianchi, poi andare dai Gracchi in fondo alla via per pulire la gabbia degli uccellini e far loro cibo e acqua. La sua migliore amica poi, le aveva lasciato una tartaruga, e per ultimo c'era il criceto dei Magrini e bisognava far attenzione che non scappasse mentre lei puliva la gabbia.
Alessia era stremata. Aveva impiegato mezza giornata per un lavoro che pensava le prendesse solo un paio d'ore. Diede un'occhiata all'agenda della settimana e si accorse che ogni giorno era così pieno di impegni. Non era affatto divertente.
"Non pensavo che prendersi cura degli animali fosse così difficile" disse alla mamma, "c'è tanto lavoro e tanta responsabilità!"
Alessia non mollò, lavorò duro per tutta l'estate e alla fine non solo guadagnò abbastanza per comprarsi il monopattino elettrico, ma tutti quegli animali domestici diventarono un po' anche i suoi e ognuno di loro aveva trovato un posto nel suo cuore.
L'amore e l'attenzione che Alessia donava agli animali fu subito notato da tutto il vicinato. Alcuni le chiesero di prenotarsi già per l'anno successivo e tutti iniziarono a chiamarla la "Pet Girl."
Nel Vangelo di oggi Gesù ci dice che Lui è il "Buon Pastore," perché, proprio come Alessia, ama le sue pecore. Ha dato tutto sé stesso per loro, fino a donare la sua stessa vita, fino a morire per il suo gregge, per ognuno di noi.
La certezza più bella, per noi, è sapere di far parte proprio di quel gregge, di essere anche noi tra le pecore amate, conosciute, difese dal Buon Pastore.
L'Impegno
Ci sentiamo così, ogni giorno, pecorelle circondate dalla tenerezza del nostro Pastore Gesù? Fermiamoci un istante e, nel silenzio del cuore, preghiamo:
Gesù, mio Pastore,
fa che nei momenti difficili, io ricordi di essere sempre protetto dalla forza del tuo Spirito.
Gesù, mio Pastore,
fa che nei giorni tristi, risuoni dentro il mio cuore la tua voce che consola e sostiene.
Gesù, mio Pastore,
quando mi sento solo e spaventato, conducimi tu, con dolcezza, perché ogni mio passo sia dietro di te, al sicuro da ogni male, nella certezza che tu mi vuoi infinitamente bene, fino ad offrire la tua vita per me!
Amen
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