Scopriamo insieme come gli sposi in Cristo vivono la Pentecoste come coppia ogni giorno
Con la celebrazione della Pentecoste, domenica scorsa, si è chiuso il tempo di Pasqua e siamo tornati nel tempo ordinario. Detto così, sembrerebbe quasi che possiamo voltare pagina, che possiamo svestire le vesti della festa, scrollarci di dosso la pioggia di carismi, gli effetti della discesa dello Spirito Santo e tornare alla nostra tranquilla vita quotidiana. E invece no. La Pentecoste non è una semplice celebrazione di un evento che ha avuto luogo circa 1988 anni fa.
La Pentecoste ha avuto inizio in quel giorno e non è più finita, continua ancora oggi. Noi e la chiesa intera viviamo la Pentecoste ogni giorno, viviamo la missione che Gesù ha affidato ai dodici con la forza, i carismi e i doni dello Spirito Santo ricevuti nel battesimo e confermati con la cresima. La viviamo come uomo, come donna, ma gli sposi in Cristo la vivono soprattutto come coppia.
Sposi immagine della Santissima Trinità
Facciamo memoria e ricordiamo da dove è partito il nostro cammino coniugale.
Siamo arrivati in chiesa, il giorno delle nostre nozze, ciascuno con la sua storia, ognuno con il suo cammino di fede. Siamo arrivati davanti all'altare con le nostre differenze, belli così come Dio ci ha pensati, creati e voluti."
E Dio disse: «Facciamo l'uomo a nostra immagine, a nostra somiglianza…» Dio creò l'uomo a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò… Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona."
La diversità con cui ci siamo presentati davanti al sacerdote per consegnare la nostra vita l'uno nelle mani dell'altra, e che caratterizza il nostro cammino di sposi, è "cosa molto buona" perché proprio in questo nostro essere diversi, in questo nostro essere complementari, si manifesta il nostro essere immagine e somiglianza di Dio, il nostro essere somiglianza della Santissima Trinità, nel dare tutto se stessi perché l'altro possa essere, possa esistere, perché nell'altro si compia il disegno meraviglioso che Dio aveva fin dal principio sulla sua vita.
L'effusione dello Spirito Santo sulla coppia
Siamo entrati in chiesa in due, innamorati, diversi, pronti a costruire una relazione d'amore per tutta la vita, e siamo usciti da quella stessa chiesa, in quello stesso giorno, in tre, perché davanti a quell'altare il Signore ci ha consegnato il dono dei doni, il regalo più prezioso che non ci abbandonerà mai: lo Spirito Santo, amore del padre e del Figlio, effuso sulla nostra relazione, sulla nostra coppia che diventa così immagine vivente della Santissima Trinità.
Dopo lo scambio degli anelli, quindi quando gli sposi sono già a tutti gli effetti marito e moglie, il cerimoniale permette anche di introdurre nella celebrazione il rito della velazione, che simboleggia proprio l'effusione dello Spirito Santo sulla coppia. I nubendi staranno in ginocchio davanti all'altare e a capo chino, mentre il sacerdote reciterà una toccante preghiera che invocherà la discesa dello Spirito Santo, a protezione della nuova unione e della nuova famiglia.
Il dono dei doni
Ma quel dono stupendo che il Signore ci ha consegnato sull'altare, non va scartato e riposto in un cassetto o in un armadio, per poi tirarlo fuori di tanto in tanto per ammirarlo un po', per perderci nei ricordi, come abbiamo fatto magari con altri doni ricevuti in quel giorno. No, perché come ci siamo detti la settimana scorsa, lo Spirito Santo non è una cosa. Lo Spirito Santo è una persona, la terza persona della Santissima Trinità che è uscito dalla chiesa con noi, che ha sceso quei gradini, è entrato in macchina con noi ed è venuto a vivere con noi, per sempre. Il Paraclito, il suggeritore, colui che ci insegna ogni cosa, è venuto ad abitare con noi, è diventato l'ospite gradito della nostra casa. Forse non ce ne siamo accorti, forse lo sapevamo, ma abbiamo finta che non ci fosse, o lo abbiamo dimenticato in qualche angolo della casa, ma Lui è ancora lì, perché vive nella nostra relazione, nel nostro matrimonio, e sta solo aspettando che voltiamo il nostro sguardo verso di lui e che iniziamo davvero a trattarlo come un ospite.
L'ospite gradito
Quando riceviamo un ospite in casa, per prima cosa facciamo pulizia, togliamo di mezzo lo sporco. Poi facciamo spazio, troviamo una sistemazione adeguata per lui o per lei e per le sue cose. Ci ritagliamo del tempo per l'ospite, la nostra giornata continua a scorrere con tutti i suoi impegni e le sue responsabilità, ma cerchiamo sempre di trovare un po' di tempo da trascorrere insieme al nostro ospite e soprattutto, dialoghiamo. Parliamo della nostra vita, delle nostre situazioni, e ascoltiamo. A volte gli ospiti, osservando la nostra vita dall'esterno, riescono a vedere cose che ci sfuggono e sanno darci quel consiglio di cui avevamo proprio bisogno.
Fino a che punto
Carissimi sposi in Cristo, iniziamo a fare pulizia nella nostra relazione, a togliere di mezzo tutto quello che nel tempo ha sporcato il nostro amore, il nostro sacramento nuziale, andiamo ad aprire quel cassetto, quell'armadio in cui abbiamo riposto il nostro santo ospite, il gigante invisibile che ci è stato dato in dono nel giorno delle nostre nozze, ed accogliamolo in casa nostra come merita di essere accolto, come un ospite gradito, come l'amore del Padre e del figlio riversato su noi sposi nel giorno in cui abbiamo promesso a Dio di amarlo più di ogni altra cosa attraverso la persona che avevamo accanto, attraverso il nostro coniuge. Forse sono passati tanti anni da quel giorno, tanta acqua sotto i ponti che nel corso del tempo si è lentamente intorbidita, gioie, ma anche sofferenze e delusioni che ci hanno portato a dire: ma fino a che punto devo amare?
Lo Spirito Santo, ospite della tua casa ti dice: "Alza la testa, rivolgi i tuoi occhi verso la croce e guardami. Ama dello stesso amore con cui io ti ho amato e ti amo ancora, perché anche se oggi stai vivendo il tuo venerdì, ricordati che la croce è solo un passaggio, lasciati prendere per mano, lasciami vivere in te, nel tuo matrimonio, nella tua famiglia, e Io porterò la resurrezione dove tu mi porterai."
Senza lo Spirito Santo, il matrimonio è semplicemente un contratto.
Con lo Spirito Santo il matrimonio diventa un'alleanza, un sacramento, un cammino di santità che non ha come fine ultimo l'essere sepolti uno affianco all'altro, ma arrivare insieme alla gloria della vita eterna.
Buon cammino
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