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Cosa significa oggi vivere il mercoledì delle ceneri per me come persona, ma soprattutto per noi come coppia?
Eccoci arrivati alla Quaresima. Oggi, per noi cristiani, è il mercoledì delle ceneri, il primo giorno di quel cammino che ci porterà alla festa più importante, quella della Pasqua preceduta dalla Settimana Santa la quale racchiude in sé tutta la pienezza della vita cristiana.
La teologia biblica rivela un duplice significato dell'uso delle ceneri.Anzitutto sono segno della debole e fragile condizione dell'uomo, e quindi della fragilità di ogni coppia. Ma la cenere è anche il segno esterno di colui che si pente del proprio agire malvagio e decide di compiere un rinnovato cammino verso il Signore.La semplice liturgia del mercoledì delle ceneri conserva questo duplice significato che si esplicita nelle formule di imposizione: "Ricordati che sei polvere, e in polvere ritornerai" e "Convertitevi, e credete al Vangelo".
Siamo polvereLa formula "Ricordati che sei polvere, e in polvere ritornerai" è sicuramente un modo un po' brutale ma efficace per ricordarci che su questa terra siamo di passaggio, che il nostro corpo da cui ci lasciamo spesso comandare con i suoi appetiti e i suoi bisogni, è in realtà polvere che presto o tardi tornerà alla terra. Fare memoria di questa fragilità ci dovrebbe aiutare a vivere in modo diverso le nostre relazioni affettive, a partire dalla coppia, dalla famiglia. Evitare o indirizzare meglio tante discussioni; evitare ripicche, sensi di colpa, manipolazioni; smetterla scaricare sull'altro/a (coniuge, figli o genitori) l'origine dei nostri problemi.
Pentirsi e convertirsiMa di che cosa dobbiamo pentirci e a che cosa dobbiamo convertirci?Di tutte le volte che siamo stati Caino ed abbiamo lasciato che il male, che se ne sta sempre accovacciato fuori dalla porta, entrasse nella nostra vita, nella nostra casa, nella nostra coppia, nella nostra famiglia. Di tutte le volte che come Caino abbiamo "alzato la mano" contro le persone che amiamo, che abbiamo "ucciso" le nostre relazioni familiari. Di tutte le volte che abbiamo pensato e agito da scapoli sposati; di quando abbiamo parlato male del nostro coniuge con gli amici, con le amiche; di tutte le volte che abbiamo tradito la fiducia che l'altro aveva riposto in noi, delle frasi offensive, delle discussioni urlate davanti ai figli; di quelle volte che ci siamo insultati, perché anche le nostre parole possono diventare armi che lasciano cicatrici nell'anima che non si cancelleranno mai più. Pentirci di tutti quei comportamenti che "uccidono" il "noi", di tutte le volte che ci siamo chiusi all'amore, arroccati in un mondo irreale dove esistiamo solo noi, per orgoglio, per egoismo, o forse solo per paura. Paura di essere feriti.
Allora questo è il momento giusto, il giorno scelto dal Signore perché tu ed io ci decidiamo a gettare tutto quanto proviene dal non-amore di cui abbiamo riempito la nostra vita, e ci convertiamo all'Amore. Un amore fecondo che è dono di sé, che ci restituisce noi stessi attraverso la persona amata. Un amore che non ha paura delle ferite che l'incontro inevitabilmente ci porta. Le ferite dell'incomprensione, dell'attesa dei tempi giusti, della fatica dell'ascolto, della costruzione di qualcosa di condiviso e non imposto. Imparando così ad amare come Dio ci ama.
Ma allora, perché il digiuno?
Perché non si può amare senza digiunare. Amare davvero significa donarsi con gratuità, e quindi in qualche modo digiunare. Il digiuno è lo spazio dell'amore. Digiunare, significa essere capaci di privarsi di qualcosa, di dire a sé stesso "no", di fare spazio in sé per l'altro.
Ecco allora che dopo aver deciso cosa gettare, il Signore oggi ci invita a prendere un'altra decisione.A cosa sei disposto a rinunciare per fare più spazio nella tua vita alla coppia, alla famiglia?Diamo inizio ad un digiuno che sia l'inizio della ricerca dell'altro. Digiuno dai miei vizi che troppo spesso diventano bisogni, dai miei pensieri impuri, dal tempo rubato al coniuge e ai figli per la tv e per i social, digiuno dal giudizio e dall'accusa.
Un digiuno che purifichi i miei pensieri, le mie parole, il mio modo di amare e di donarmi; che faccia riemergere dalle ceneri la gioia e la meraviglia del condividere, dello stare insieme, del dialogare, di fare progetti per un futuro insieme.
Facciamo digiunare il nostro "io" per nutrire il "noi".
Sospinti dalla forza di questo impegno, iniziamo a camminare nel tempo di Quaresima, un tempo in cui l'Amore si mette alla prova, torna all'essenziale, per poi donarsi completamente nella morte e risurrezione di Cristo per tutti noi.