Il 24 Giugno è stato approvato il Decreto Giustizia in cui è stato inserito l'articolo "Sistemi di protezione dei minori dai rischi del cyberspazio"
Circa cinque anni fa Diane ed io abbiamo partecipato a quello che fu il nostro primo seminario alla Casa della Tenerezza di Don Carlo Rocchetta a Perugia.
Fu un week-end molto importante per la nostra coppia e per la nostra famiglia, abbiamo conosciuto personalmente Don Carlo, e in quel fine settimana è iniziato il processo di discernimento che ci ha portato a decidere di rimanere qui, in questa terra benedetta sotto il manto di Maria.
Il seminario aveva come tema i rischi del digitale per gli adolescenti, ed in realtà non aveva nulla a che vedere con la situazione della nostra famiglia in quel momento, in quanto i nostri due figli all'epoca avevano sette e tre anni. Il modo in cui Roberto e Flavia, una delle stupende coppie della Casa della Tenerezza, hanno esposto l'argomento ci ha appassionato e la protezione dei bambini da tutto ciò che di brutto e inappropriato gira in rete è diventato un chiodo fisso.
La domanda che ho cominciato a ripetere ad amici poliziotti, politici locali e sacerdoti impegnati era: se un minorenne non può comprare alcolici, sigarette o riviste pornografiche, allora perché l'accesso alla pornografia su internet non è regolato? Una domanda che mi bruciava dentro, ma evidente non abbastanza, perché non ho mai trovato il modo di ottenere una risposta, figuriamoci una proposta.
Poi, nell'inverno dell'anno scorso, lo schiaffo, la doccia fredda che arriva quando meno te lo aspetti.
Il maggiore dei miei due figli maschi una sera mi prende da parte e mi chiede di parlarmi, a quattrocchi, senza la mamma. Ci sediamo sul divano e mi metto in ascolto. Aveva incontrato la pornografia grazie ai cellulari dei suoi compagni di scuola, in prima media. Piangeva, era sconvolto, disorientato, frastornato. Un bambino di 11 anni non è pronto per recepire certe immagini.
A casa nostra si guarda poca TV. Il televisore è in salotto, davanti al divano, non ne abbiamo nelle camere, né in cucina o in sala da pranzo. La TV non è una compagna costante della vita familiare, ma un punto attorno a cui tutta la famiglia si riunisce per guardare insieme un film o un programma, magari anche "soffrire" davanti a una partita di calcio.
In questo modo a tavola si parla, si discute, a volte si litiga, ma si comunica, e i contenuti che arrivano dall'esterno e che vengono sparati sul video sono in qualche modo filtrati. La rete internet è protetta da parental control, e tutto sembrava sotto controllo.
Ma il male ti aspetta un passo fuori della porta di casa
Il 24 Giugno è stato approvato con la fiducia in via definitiva dalla Camera dei Deputati con 305 Sì e 232 No, dopo il voto positivo al Senato, il Decreto Giustizia in cui è stato inserito un articolo che titola "Sistemi di protezione dei minori dai rischi del cyberspazio" e dice: "I contratti di fornitura nei servizi di comunicazione elettronica disciplinati dal codice di cui al decreto legislativo 1° agosto 2003, n. 259 devono prevedere tra i servizi preattivati sistemi di parental control ovvero di filtro di contenuti inappropriati per i minori e di blocco a contenuti riservati ad un pubblico di età superiore agli anni diciotto".
L'articolo prosegue: "Questi servizi devono essere gratuiti e disattivabili solo su richiesta del consumatore, titolare del contratto". Questo significa che, secondo la norma, verrà attivato un blocco a qualsiasi contenuto pornografico in automatico su qualunque collegamento Internet. Questa forma di controllo parentale potrà essere disattivata, ma solo su richiesta, da parte dell'utente che ha firmato il contratto. Che dunque dovrà per forza essere un adulto.
Finalmente qualcuno una proposta l'ha fatta ed è anche riuscito a tramutarla in legge
Si chiama Simone Pillon, Senatore, avvocato cassazionista, attivo fin da giovane nel mondo cattolico, ex consigliere nazionale del Forum delle associazioni familiari e tra gli organizzatori del Family Day, un uomo distinto che ho avuto il piacere di conoscere qui a Loreto in occasione di un seminario sull'educazione sessuale nelle scuole.
Mi sono collegato alla sua pagina Facebook, ed ho lasciato un "Grazie a nome di tante famiglie" come commento nel post in cui annunciava l'approvazione definitiva del decreto.
Si è aperto un mondo. Ho iniziato a ricevere messaggi di ogni tipo e da ogni dove. Tutti da uomini, o ragazzi, le donne e le ragazze si sono limitate a faccine con risatine sarcastiche.
Alcuni hanno cercato di spiegarmi che devo smetterla di vivere nel medio evo o nel mondo delle favole, che i sistemi di controllo esistono già e che se non riesco a controllare quello che vedono i miei figli vuol dire che non sono un buon padre.
Altri mi hanno dato dettagliate spiegazioni tecniche sul come secondo loro questa norma sarà facilmente aggirata, altri mi hanno fatto la lista di tutti i vari canali dove è possibile vedere pornografia online inclusi i vari canali Telegram dedicati.
C'è stato chi si è divertito con commenti ironici, chi mi ha insultato, chi ha bestemmiato, chi ha chiaramente dichiarato che la pornografia è l'unico modo per un ragazzo per conoscere la sessualità, chi ha gridato alla censura, chi si dispera perché per poter vedere porno da casa ora dovrà chiedere il permesso ai genitori, chi non sa più come "sfogarsi", chi pensa che tutto debba essere libero e nulla debba essere vietato…
Nessuno che pensi a difendere i più fragili, i più deboli. Nessuno che abbia saputo spiegare umanamente che fastidio dia loro una legge che di fatto rimette le cose a posto.
La pornografia è vietata ai minori, è un fatto. Così come è vietata la vendita di alcolici e sigarette.
Il consumo bulimico di materiale pornografico crea danni. Questo non lo dico io, ma sono state scritte decine di pubblicazioni scientifiche che provano persino delle modifiche nel cervello e nei percorsi neurali, che portano a chiedere una quantità di materiale hard sempre maggiore per provare piacere, agendo sul cosiddetto "circuito della ricompensa".
La pornografia poi crea nei giovani un'immagine della donna "oggetto" che non corrisponde a quella della realtà femminile. E questo in alcuni casi può istigare forme di violenza.
Possibile che ci siano ancora ambienti culturali e personaggi pubblici che urlano alla censura quando si parla di mettere paletti e stabilire regole per il bene dei nostri figli?
Facciamo in modo che questa fiamma accesa nelle tenebre della pornografia resti viva e piano piano riscaldi ed incendi quanti più cuori possibile.
"Gettiamo via perciò le opere delle tenebre e indossiamo le armi della luce. Comportiamoci onestamente, come in pieno giorno."Rm 13, 12b-13a