La Parola
Dal Vangelo secondo Marco
Mc 9,30-37
In quel tempo, Gesù e i suoi discepoli attraversavano la Galilea, ma egli non voleva che alcuno lo sapesse. Insegnava infatti ai suoi discepoli e diceva loro: «Il Figlio dell'uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà». Essi però non capivano queste parole e avevano timore di interrogarlo.
Giunsero a Cafàrnao. Quando fu in casa, chiese loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?». Ed essi tacevano. Per la strada infatti avevano discusso tra loro chi fosse più grande. Sedutosi, chiamò i Dodici e disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l'ultimo di tutti e il servitore di tutti».
E, preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato».
Parola del Signore.
Il Commento
Conoscete la storia del "Pesce Arcobaleno"? era il pesce più bello di tutti i mari e di tutti gli oceani. Le sue scaglie colorate erano di tutte le sfumature possibili di blu, verde e viola, con scaglie argentate che brillavano qua e là. Era davvero bellissimo, ma era anche un po' egocentrico ed egoista ed era convinto di essere troppo bello per giocare con gli altri pesci.
Un giorno, un piccolo pesciolino blu gli si avvicinò e gli chiese se poteva avere una delle sue bellissime scaglie, ma il pesce arcobaleno rifiutò. Il suo egoismo lo rendeva antipatico a tutti. Non era solo il più bel pesce dell'oceano, era anche il più solo e il più triste.
Parlò del suo problema con la stella marina e questa gli consigliò di andare a parlare con il saggio polpo. Il polpo gli disse che se voleva essere felice, avrebbe dovuto donare una delle sue bellissime scaglie ad ogni pesce dell'oceano. Il pesce arcobaleno non poteva nemmeno immaginare di privarsi delle sue belle scaglie.
Dopo qualche giorno, il pesciolino blu andò di nuovo a chiedergli una delle sue scaglie. Il pesce arcobaleno esitò per qualche istante, ma poi si staccò una scaglia e la diede al pesciolino blu. Quando gli altri pesci si accorsero di quanto era accaduto, nuotarono tutti di corsa verso il pesce arcobaleno e lo circondarono chiedendo tutti una delle sue bellissime scaglie. In pochissimo tempo il pesce arcobaleno donò tutte le sue scaglie eccetto una e si rese conto che se anche non era più il più bel pesce dell'oceano, ora era più felice che mai.
Questa storia ci ricorda un po' quello che abbiamo ascoltato nel racconto del Vangelo di oggi.
Gesù stava viaggiando con i Dodici. Lungo la strada ripeteva loro quello che aveva già detto la scorsa settimana: parlava della sua Passione, spiegava che cosa gli sarebbe successo tra poco tempo: «Il Figlio dell'uomo viene consegnato nelle mani degli uomini e lo uccideranno; ma, una volta ucciso, dopo tre giorni risorgerà».
Il Signore parlava delle sofferenze che avrebbe dovuto affrontare, si confidava con loro, ma gli Apostoli non capivano fino in fondo, intuirono che si trattava di un argomento triste, amaro, doloroso, ma avevano paura di chiedere spiegazioni o chiarimenti.
Così continuarono a camminare restando un po' indietro rispetto a Gesù e a conversare fra loro; prima sottovoce, poi in maniera sempre più accesa, finché la conversazione non diventò una vera e propria discussione.
Il Signore dapprima li lasciò parlare, non intervenne, poi domandò loro: «Di che cosa stavate discutendo per la strada?»
La risposta degli Apostoli fu il silenzio: non avevano il coraggio di parlare, si vergognavano di rispondere, tanto più che erano sicuri che il loro Maestro conoscesse perfettamente l'argomento dei loro discorsi: volevano stabilire delle graduatorie, decidere chi fosse il più bravo tra loro, il più importante, chi avesse più potere!
Gesù disse loro: «Se uno vuole essere il primo, sia l'ultimo di tutti e il servitore di tutti».
Immaginate lo stupore degli Apostoli quando ascoltarono queste parole, proprio come successe al pesce arcobaleno dopo aver parlato con il polpo.
Gesù inverte tutto quello che normalmente si pensa. Loro volevano sentirsi dire che avrebbero avuto una posizione molto importante nel suo regno e invece il Maestro disse loro di diventare servitori.
Cerchiamo di capire, Gesù dice che per essere felice, devi farti servo di tutti... questa poi.....servo? È bello essere servi?
Pensateci bene... ascoltate la parola… servo… servo è colui che serve. Qual e' il contrario? Colui che non serve, cioè colui che è inutile, che non è utile a nessuno.
Ora si comincia a capire... Gesù si fa utile per tutti, si fa servo di tutti, servitore dell'umanità e dice a tutti di fare la stessa cosa.
Ma io come posso "servire" oggi? Chiedetelo, fate domande a Gesù, non abbiate paura come ebbero gli apostoli quella volta. Voi bambini siete sempre fantastici a fare domande, chiedete ai grandi, e chiedete a Gesù... e Lui in un modo o nell'altro vi risponderà! Non abbiate timore!
Un'ultima cosa… vi ricordate come finisce questo Vangelo, cosa fa Gesù? Fa un gesto di tenerezza… preso un bambino, lo pose in mezzo a loro e, abbracciandolo, disse loro: «Chi accoglie uno solo di questi bambini nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato». Gesù prende un bimbo e lo abbraccia! Avrebbe ottenuto la stessa attenzione dagli apostoli anche solo indicando il bambino, invece no… lo abbraccia…
L'Impegno
Bambini, ragazzi, adulti tutti, oggi questo vangelo ci dice di smettere di fare i confronti, dal voler sempre superare gli altri, la vita con Gesù non è fatta di competizione, per capire Gesù non occorre essere i più bravi, i più belli, i più'…
Bisogna invece servire gli altri, occorre lasciarsi abbracciare da Gesù, dalla sua tenerezza… e questo lo possono fare tutti… anche un bambino.
Pensate a quanti musi lunghi, sbuffamenti, parole scocciate, porte sbattute ed altro ancora, sappiamo tirare fuori quando qualcuno ci chiede qualcosa che non abbiamo voglia di fare! Pensate a come, tante volte, pretendiamo che mamma e papà siano a nostro servizio, senza mai collaborare, neppure tenendo in ordine il nostro zaino, i nostri giochi, i nostri libri…
Ecco, queste sono tutte occasioni preziose per essere "servi" secondo il cuore di Dio.
Allora fermiamoci un istante a riflettere, a pensare alla nostra vita, per scegliere, in questa settimana, cosa vogliamo fare per allenarci ad essere "gli ultimi di tutti e i servi di tutti", così da essere primi nel Regno di Dio.
Caro Gesù, aiutaci a ricordare che per essere i primi, dobbiamo essere pronti a servire.
Caro Gesù, ti ringraziamo per il tuo amore per noi bambini. Mentre cresciamo, aiutaci a ricordare che per essere grandi ai tuoi occhi, dobbiamo sempre venire a te come bambini.
Dio Padre, donaci un cuore da servitore, un cuore come quello di Gesù.
Amen!
Buona domenica