Di Paolo & Diane su Sabato, 14 Maggio 2022
Categoria: A piccoli passi

Vi do un comandamento nuovo

La Parola

Dal Vangelo secondo Giovanni

Gv 13,31-33a.34-35

Quando Giuda fu uscito [dal cenacolo], Gesù disse: «Ora il Figlio dell'uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito.

Figlioli, ancora per poco sono con voi. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri.

Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri».

Parola del Signore

Il Commento

Sapete che cosa è un Flashback? La parola flashback è inglese e significa salto nel passato. È una tecnica che si usa nei film o nei libri, per aprire una finestra su avvenimenti accaduti nel passato, che sono importanti per comprendere la storia che si sta raccontando.

È un po' quello che succede con il brano del Vangelo che la liturgia ci propone oggi.

Siamo nella quinta domenica di Pasqua, nel periodo liturgico che ci porta dalla resurrezione all'ascensione del Signore, ma oggi il Vangelo ci fa fare un salto indietro, e ci riporta alla sera del Giovedì Santo, al gesto della lavanda dei piedi, un gesto che dice il supremo amore di Dio per ognuno di noi.

Gesù si spoglia della sua divinità, indossa l'abito del servo e compie il servizio più umiliante, quello di lavare i piedi.

I piedi erano una delle parti più sporche del corpo perché si camminava scalzi o solo con dei sandali, perciò la polvere, durante il tragitto, si accumulava abbondantemente sulla pelle. In quel tempo, infatti, si andava solo a piedi, le strade non erano asfaltate e solo i nobili o i militari si potevano permettere di avere un cavallo.

Gesù lava i piedi sporchi dei suoi discepoli, li lava a tutti, anche a Giuda. Un gesto di grande amore, di tenerezza anche verso colui che subito dopo uscirà da quello spazio di amore per tradire il suo maestro.

Giuda esce ed è notte, sottolinea il vangelo. Quella notte lo avvolge ed esprime la notte profonda che, col suo tradimento, abita il suo cuore.

Il vangelo di oggi inizia proprio qui.

Nel cenacolo sono rimasti gli altri undici apostoli che non sanno del tradimento del loro compagno Giuda, non hanno capito il dramma che tra qualche istante si compirà nei confronti del loro maestro.

Gesù pronuncia delle parole importanti. Dice ai suoi discepoli: "Ora il Figlio dell'uomo è stato glorificato e Dio è stato glorificato in lui".

Quando noi pensiamo alla gloria ci vengono in mente i re, i divi, le persone importanti. La gloria è data dai riflettori, dagli applausi, dalle passerelle, dalla televisione, dai teatri…

Qui nulla di tutto questo, anzi, Gesù parla di Gloria dopo essersi comportato come schiavo e sapendo che un amico lo tradiva, o meglio, lo consegnava a chi lo voleva morto.

Di che gloria parla Gesù?

Di una gloria che nasce proprio dall'amore, e non c'è amore più grande di chi dà la vita per i suoi. Sì, Gesù sarà glorificato, avrà gloria, ma la mostrerà con la sua morte sul patibolo della croce. Ecco la gloria di Gesù: il suo amore per noi! Questa sua capacità di Amare anche chi non si mostra amico è ciò che da gloria a Gesù e al Padre. Non è il tradimento a glorificare Gesù, ma il suo amore che sa mettersi a servizio e sa perdonare senza condizioni.

Non è un amore che abbiamo meritato. È amore gratuito. Per tutti, proprio tutti. Anche per Giuda e per tutte le persone che nella storia sono state e saranno come lui.

Gesù sa che gli resta davvero poco, pochissimo tempo, che quello che sta per fare agli apostoli è l'ultimo discorso che può ancora pronunciare, sono le sue ultime parole. Il Maestro lo sa e lo dice chiaramente: "Figlioli, ancora per poco sono con voi". Li chiama "figlioli", usa un termine pieno di tenerezza, letteralmente sarebbe "figliolini, come dire, bambini miei".

L'Impegno

Bambini miei.

Oggi quei bambini siete voi, e l'ultimo discorso che Gesù fa ai suoi amici, oggi lo fa ad ognuno di noi.

"Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri".

Ecco il testamento di Gesù ai suoi amici. Un testamento che supera il tempo e lo spazio e raggiunge anche noi oggi.

Un comandamento è una strada, un modo di vivere, un percorso di vita: "amatevi gli uni gli altri". Gesù ti ama, vuole essere tuo amico, vuole prendersi cura di te, ha dato tutto sé stesso per te, e la cosa più importante che ti chiede di fare, l'ultima raccomandazione che ci ha voluto lasciare prima di essere arrestato e crocifisso, è chiederti di amare, di essere capace di amare come Lui ti ama.

Saper amare come Gesù non è poco, non è facile certo, perché ci verrà spontaneo amare chi ci ama, chi ci fa del bene, chi è gentile con noi, chi non ci fa alcun torto. Ma Gesù ci insegna che dall'amore non bisogna escludere nessuno, nemmeno coloro che si mostrano poco gentili con noi.

Vuoi sapere come le persone che ti sono vicine, i tuoi amici, la tua famiglia capirà che vuoi veramente seguire Gesù? Da come ti comporti. Se ami, se vivi il Comandamento Nuovo, allora tutti potranno riconoscere che sei un discepolo del Signore: "Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli, se avrete amore gli uni per gli altri".

Allora fermiamoci un momento nel silenzio e proviamo a guardare alla settimana che ci sta davanti: ogni sera vogliamo prenderci uno spazio, prima di dormire, per ripensare a quello che abbiamo detto, a quello che abbiamo fatto, alle persone che abbiamo incontrato… così da chiederci: "Oggi, chi mi è stato vicino, ha potuto capire che sono davvero un discepolo del Signore Gesù? Chi oggi è stato insieme a me, si è sentito amato come sa amare Gesù?"

E come sarà bello quando potremo vedere che siamo stati davvero capaci di portare agli altri l'amore di Gesù! Sapremo allora di stare vivendo il Comandamento Nuovo, il Comandamento dell'Amore.

Nessuno è troppo piccolo per amare.

Buona domenica e buon cammino

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