La trasfigurazione degli sposi
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La trasfigurazione degli sposi ha inizio nella celebrazione del matrimonio e continua nella vita quotidiana
Il vangelo della seconda domenica del tempo di Quaresima, ci ha proposto ieri la trasfigurazione di Gesù sul monte Tabor.
«Sei giorni dopo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. Fu trasfigurato davanti a loro» (Mc. 9,2).
Proviamo a calare per un attimo quest'immagine, quest'icona, nel matrimonio cristiano, nella vita degli sposi.
Facciamo memoria e ricordiamo da dove è partito il nostro cammino coniugale. Proviamo a far riaffiorare i ricordi della messa del nostro matrimonio. Prima di lasciare la chiesa, il sacerdote ci ha benedetti con la formula della quarta preghiera di benedizione degli sposi: «Ora, Padre, guarda N. e N., che si affidano a te: trasfigura quest'opera che hai iniziato in loro rendila segno della tua carità. Scenda la tua benedizione su questi sposi, perché segnati col fuoco del tuo Spirito, diventino vangelo vivo tra gli uomini».
E abbiamo iniziato il nostro cammino…
Con il sacramento del matrimonio, Gesù «prende con sé» lo sposo e la sposa e li conduce su un alto monte, per far vedere loro la gloria di Dio, per mostrare loro quella gloria, quella meraviglia a volte nascosta che Dio stesso ha contemplato in loro, dopo averli creati: «Dio vide quanto aveva fatto, ed ecco, era cosa molto buona». (Gen. 1,31)
Siamo una cosa molto buona. Siamo immagine di Dio, che ci ha «fatto poco meno degli angeli, di gloria e di onore ci ha coronato». (Cfr. Sal. 8,6)
Si la coppia di sposi è una meravigliaMa chi noi due? Con la nostra vita incasinata? Con il lavoro, lo stress, la pandemia, i figli grandi, piccoli, i nipoti. E poi con le nostre liti, il nervosismo, i momenti di buio e vuoto che a volte durano davvero troppo. Ma siamo proprio sicuri che la nostra coppia, la nostra famiglia sia davvero così meravigliosa?
Sì, voi siete una meraviglia! Con tutti i vostri difetti, i vostri nei, le vostre incertezze, e se davvero non riuscite a vederlo, se davvero vi guardate intorno e non riuscite a vedere altro che i vostri difetti, allora è arrivato il momento di fermarsi. Perché come diceva il grande scienziato Einstein quando si perde la meraviglia è come se si fosse morti, come se non si vedesse più nulla.
Fermarsi e salire di nuovo sul monte
Prendetevi del tempo per voi. Don Carlo Rocchetta parla di una regola d'oro: 15 minuti al giorno, un'ora a settimana, un giorno al mese, una settimana l'anno. È il tempo per la coppia, è quel tempo in cui ci fermiamo, e insieme saliamo di nuovo sul monte Tabor, ma stavolta siamo noi che chiediamo a Gesù di venire con noi.
Fermiamoci e prendiamoci il tempo per guardarci negli occhi, per chiederci "come stai?", per fare memoria di un'emozione vissuta insieme, per pregare insieme, per amarci, per tornare ad essere uno nella carne e nello spirito.
Perché noi sposi in fin dei conti siamo un po' come Pietro, Giacomo e Giovanni. Loro vivevano con Gesù ogni minuto della loro giornata, lo avevano sempre accanto, ma nell'esperienza della trasfigurazione hanno sperimentato la meraviglia, hanno capito che stavano vivendo qualcosa di straordinario, qualcosa che non erano stati in grado di comprendere fino a quel momento. Gesù era sempre lo stesso, ma lì sul monte lo avevano finalmente visto in tutta la sua magnificenza.
Abbiamo bisogno di fermarci e salire sul monte per sperimentare la meraviglia della nostra vita di coppia, per renderci conto che stiamo vivendo qualcosa di straordinario, che magari non abbiamo ancora capito fino in fondo. Il nostro coniuge, il nostro matrimonio è sempre lo stesso, ma potremmo finalmente osservarlo, ammirarlo, gustarlo in tutta la sua magnificenza.
Perché la trasfigurazione, alla fine, è stato anche questo per i discepoli: rimanere per qualche istante immersi in quella Luce e gustare quella Bellezza senza dover per forza capire tutto.
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