Una speranza nel fango, la Bibbia salvata dall'alluvione
Dopo l'alluvione che ha recentemente interessato le Marche, nell'oratorio a Pianello di Ostra si è salvata solo la Bibbia
Un evento naturale che in pochi istanti può cambiare la vita di una persona, di una famiglia, di un'intera comunità. Tra il 15 e il 16 Settembre, le Marche sono state colpite da un'alluvione che ha causato ingenti danni e, purtroppo, anche vittime. Tra le zone maggiormente colpite c'è Pianello di Ostra.
Sono trascorsi già alcuni giorni, tanto lavoro è stato fatto da soccorritori e volontari in continuo arrivo da ogni dove, coordinati dalla Caritas, con gli scout e tante associazioni e organizzazioni di volontariato. Sui luoghi del disastro si sono avvicendati escavatori, camion e mezzi di soccorso di ogni tipo.
La Bibbia nel fango
Nei volti della gente del luogo c'è tristezza, sgomento, a tratti anche disperazione per una vita perduta, per una casa distrutta. Non è la prima volta che la gente di questa terra viene provata da un evento così devastante, ma questa volta nell'oratorio della chiesa di San Gregorio Magno a Pianello di Ostra è avvenuto qualcosa di speciale, qualcosa che riaccende speranza e ottimismo nei cuori. «Nell'oratorio parrocchiale sommerso dall'acqua, come tutto il paese, l'unica cosa che si è salvata è stata un libro, la Bibbia...»
La testimonianza di Don Luca
Don Luca Principi, che dal 2016 guida le parrocchie di Pianello e Casine di Ostra, ancora scosso per la tragedia che ha colpito la comunità, racconta l'episodio di cui è stato testimone.
Con voce sommessa il sacerdote spiega che il volume sacro era, aperto, posto su un leggio, posizionato su un tavolino. Ebbene, la violenza dell'acqua ha travolto e devastato tutto, ma, mentre tutto quello che c'era intorno è caduto, travolto dall'improvvisa ondata, inspiegabilmente solo il tavolino ha resistito, galleggiando, senza rovesciarsi, fino ad arrivare al soffitto. Quando poi l'acqua, finita la piena, è defluita, il tavolino è ridisceso, «adagiandosi – afferma don Luca – nello stesso posto dove si trovava. La Bibbia è rimasta aperta sulla pagina della prima comunità cristiana (Atti 2,42)».
Erano perseveranti nell'insegnamento degli apostoli e nella comunione, nello spezzare il pane e nelle preghiere. Un senso di timore era in tutti, e prodigi e segni avvenivano per opera degli apostoli. Tutti i credenti stavano insieme e avevano ogni cosa in comune; vendevano le loro proprietà e sostanze e le dividevano con tutti, secondo il bisogno di ciascuno. Ogni giorno erano perseveranti insieme nel tempio e, spezzando il pane nelle case, prendevano cibo con letizia e semplicità di cuore, lodando Dio e godendo il favore di tutto il popolo. Intanto il Signore ogni giorno aggiungeva alla comunità quelli che erano salvati. (Atti 2,42-47)
Un segno di speranza
Un segno, un richiamo alla comunità fraterna dei primi cristiani che si aiutavano l'un l'altro proprio come sta accadendo ora. Don Luca non ha voluto enfatizzare quanto accaduto, ma ha diffuso con garbo la notizia attraverso i social. L'oratorio è ancora impraticabile, e la Bibbia, che nella pagina aperta riporta una modesta striscia di fango, è stata poi sistemata in chiesa, sul leggio, davanti all'altare. Un segno che ci dice come e quanto Dio attraverso la sua la Parola viva e vera non si stanchi mai di parlarci, guidarci e consolarci. A noi spetta solo il semplice ed umile compito di metterci in ascolto.
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