Ogni albero si riconosce dal suo frutto
La Parola
Dal Vangelo secondo Luca
Lc 6,39-45
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli una parabola:
«Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro.
Perché guardi la pagliuzza che è nell'occhio del tuo fratello e non ti accorgi della trave che è nel tuo occhio? Come puoi dire al tuo fratello: "Fratello, lascia che tolga la pagliuzza che è nel tuo occhio", mentre tu stesso non vedi la trave che è nel tuo occhio? Ipocrita! Togli prima la trave dal tuo occhio e allora ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello.
Non vi è albero buono che produca un frutto cattivo, né vi è d'altronde albero cattivo che produca un frutto buono. Ogni albero infatti si riconosce dal suo frutto: non si raccolgono fichi dagli spini, né si vendemmia uva da un rovo. L'uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l'uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda».
Parola del Signore.
Il Commento
Vi piace la frutta? Io amo la frutta, tutta la frutta, guardate che bel cesto di frutta.
Prendiamo la mela. A quanti di voi piace la mela? Le mele non solo sono buone, ma fanno anche bene. Sicuramente conoscerete il proverbio: "Una mela al giorno toglie il medico di torno". Pensate a quanto sono buoni poi la torta di mele e lo strudel alle mele.
E le banane? Ci sono tantissimi modi per mangiare una banana. Con yogurt e cereali a colazione, in un frullato, flambè. Gli americani poi fanno un ottimo dolce che si chiama banana bread. Senza dimenticare che la banana da molte vitamine, sali minerali ed energie.
E qual è il modo migliore per assumere tanta vitamina C? Esatto, l'arancia!
I frutti, lo sappiamo tutti, vengono dagli alberi. Le mele dal melo, le banane dal banano, le arance dall'arancio e così via…
Anche Gesù nel brano del Vangelo di oggi ci parla di frutti e dice ai suoi discepoli che devono portare frutto, ma ciò non significa che debbano portare mele, pere e uva. Gesù dice che l'albero buono da buoni frutti, anzi dice di più, dice che l'albero si riconosce proprio dai suoi frutti.
Gesù ti sta dicendo che il modo in cui ti comporti, il modo in cui ti relazioni con gli altri mostra il tuo cuore. Una persona buona, produce cose buone, così come purtroppo una persona che ha il cuore indurito e che non riesce ad essere buono produce cose non buone.
Ma cosa significa produrre buoni frutti? Innanzitutto significa essere coerenti, vivere per primi ciò che il Signore ci insegna, solo così potremmo produrre buoni frutti, essere d'aiuto agli altri.
Gesù paragona chi è incoerente e che allo stesso tempo pretende di correggere gli altri, a un cieco che guida un altro cieco. Molti di noi forse non hanno idea delle conseguenze di questa situazione perché hanno il dono della vista, ma chi non ha questo dono, sa benissimo di cosa sta parlando Gesù.
Fate una prova con i vostri genitori: prendete vostro fratello, vostra sorella, o un amichetto, fatelo bendare da un adulto in modo che non possa vedere. Poi prendetelo per mano e conducetelo da una stanza all'altra della casa. Facile vero? Magari ci sarà qualche piccola difficoltà, ma arriverete entrambi nell'altra stanza senza grandi problemi. Ora tornate dall'adulto che vi sta aiutando, e senza dire niente al bambino bendato fatevi bendare anche voi e provate a guidarlo di nuovo nell'altra stanza. Questa volta il percorso sarà più difficoltoso, e probabilmente urterete un muro o lo stipite della porta. Poi fatevi togliere le bende e chiedete al bambino che doveva essere guidato che sensazioni ha provato. Sicuramente vi dirà che nel primo caso si è sentito protetto, sicuro e in pace, nel secondo caso, pur non sapendo che chi lo guidava era anche lui bendato ha provato paura, ansia e incertezza. E vedrete che le stesse sensazioni ancora più accentuate le ha provate anche il bambino che doveva fare da guida.
Per poter guidare gli altri dobbiamo prima vederci bene noi, dobbiamo toglierci la benda. Così se vogliamo davvero aiutare gli altri, accompagnare o correggere un nostro amichetto e una nostra amichetta che dice parolacce, che si comporta male, che magari non viene in chiesa o a catechismo, dobbiamo prima "togliere la trave dal nostro occhio", riconoscere ed eliminare tutti i nostri comportamenti scorretti, smettere noi per primi di usare parole sbagliate, di giudicare, di prendere in giro, iniziare noi per primi a scoprire la gioia di andare alla messa per incontrare Gesù. Solo così ci dice Gesù "ci vedrai bene per togliere la pagliuzza dall'occhio del tuo fratello".
L'Impegno
Nell'ultima frase del brano del vangelo di oggi, Gesù ci indica anche la strada per riuscire in questa missione: "L'uomo buono dal buon tesoro del suo cuore trae fuori il bene; l'uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae fuori il male: la sua bocca infatti esprime ciò che dal cuore sovrabbonda". Le nostre parole infatti indicano sempre ciò che abbiamo nel cuore.
Se mi piace il calcio, parlerò spesso di partite, scudetti, squadre, campionati, se amo la musica, parlerò del mio cantante preferito, delle sue canzoni. Allora questa settimana proviamo a fare un test e a prenderci un impegno. Chiediamoci: di cosa parlo di solito? E in che modo parlo? Il mio parlare è volgare, sgarbato, strafottente, oppure affabile, educato, gentile?
Poi prendiamoci l'impegno di iniziare a correggere il nostro linguaggio e chiediamo a Gesù: "Signore plasma i miei pensieri, i miei desideri e prestami le tue labbra perché io dica solo quello che tu mi suggerisci."
Amen e… buona missione
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